Confortatorio della Compagnia della Misericordia (1491)
Il confortatorio è una sorta di manuale per i confratelli laici della Compagnia della Misericordia, che accompagnavano i condannati a morte e contiene la tracce delle prediche da tenere ai prigionieri per persuaderli a confessarsi e prepararsi ad una fine serena; il confratello poteva arricchire la traccia a seconda delle situazioni e della disponibilità del condannato. La lingua è tra le più toscaneggianti, tipica di quel periodo. Queste prediche provengono da tradizioni diverse, per lo più forestiere, e hanno continuato a girare il mondo, sicché si possono trovare sparse da tutte le parti. Da notare, come curiosità, che il racconto dell’estasi del frate nell’udire il canto dell’uccellino mandato da Dio, costituisce la base di una famosa poesia milanese di Carlo Porta, Fraa Diodatt, che l’aveva reperita in un libro di esempi morali Il prato fiorito di Giuseppe Ballardini, stampato a Como nel 1615. Il Porta vi aveva colto il pretesto per una delle sue narrazioni ironiche e anticlericali.
L’öxello do Pareiso
Fratello mio, pensa che soni den ese queli de vita eterna che Dio si a ordinato che sono in la corte de lo paradiso che se noi li poisemo sentire o no te increscereiva mai de odirli. Onde se lese che uno santo padre fese singulare oratione a Dio chi li demostrase la ultima gloria e la più picola alegresa che hano le anime in paradiso, onde ello fo exaudito e Dio li mandò uno uxileto tanto bello quanto se poise imaginare, e quello uxilino conduse quello sancto padre in lo deserto e lì comminsò a cantare tanto suavemente che questo sancto padre no saveiva se fosse vivo o morto per la dolcesa che lo sentiva, e tornando lo sancto padre in soa memoria se credeiva esse stato tre o vero quatro hore. E partiandose l’oxeleto se mise a volare verso lo cielo e romase lo sancto padre desconsolato e vegandose romaso soleto elo se misse a volare verso il monastero. Quando fo a lo monastero, si lo trovò tuto renovato de la famiglia e de lo casamento e maravigliandose questui de questo, se credeiva esse deventato paso e con grande humilitè preise a parlare con lo priore de lo monastero dicendo «no e questo lo monastero lo quale io lassai quando mi me partì questa matina?» Disse lo priore: «Come ha nome questo monastero?» Lo sancto padre disse: «Elo ha nome sic sic». Disse lo priore: «ele ben desso» Disse lo sancto padre che in cusì poche hore e renovata tuta la famiglia de lo monastero e si e facti tanti novi edificij. Vegendo lo priore e li monaci la puritè de questo sancto padre domandono che ano currea quando elo se partì da lo monastero e unde el era stato e trovò che questo era stato a udì cantà quelo uxeleto in lo deserto cinquecento agni. Aora avete aduncha che de ese li altri canti de vita eterna quando questo era lo minimo de tuti li altri.
Traduzione italiana
L’uccello del Paradiso
Fratello mio, pensa quali suoni debbono essere quelli di vita eterna che si trovano nella corte di Paradiso, che se noi potessimo udirli non ti dipiacerbbe mai di udirli. Per cui si legge che un santo padre facesse singolare orazione a Dio che gli mostrasse l’ultima gloria e la più piccola felicità di cui godono le anime in Paradiso, laonde egli fu esaudito e Dio gli mandò un uccellino tanto bello quanto si potesse immaginare, e quell’uccellino condusse quel santo padre nel deserto e cominciò a cantare tanto soavemente che questo santo padre non sapeva se fosse vivo o morto per la dolcezza che lo pervadeva e, ripresi i sensi, il santo padre credeva di essere stato lì tre o quattro ore. E partitosi l’uccellino si mise a volare verso il cielo e rimase il santo padre sconsolato e vedendosi rimasto solo si mise a volare verso il monastero. Quando fu al monastero, lo trovò tutto rinnovato, tanto dei frati quanto nell’edificio, e meravigliandosi egli di questo, credeva essere diventato pazzo e con grande umiltà prese a parlare con il priore del monastero dicendo «non è questo il monastero che lasciai quando me ne partii stamattina?» Disse il priore: «Come si chiama questo monastero?» Il santo padre disse: «Esso ha nome così e così». Disse il priore: «è proprio quello». Disse il santo padre che in così poche ore erano cambiati tutti i frati del monastero e si erano fatti così tanti nuovi edifici. Vedendo il priore e i monaci la purezza di questo santo padre domandarono che anno correva quando egli partì dal monastero e dove era stato, e si trovò che quegli era stato ad ascoltare quell’uccellino nel deserto per cinquecento anni. Ora pensate dunque che cosa devono essere gli altri canti di vita eterna, se questo era il minore di tutti gli altri.