Conseggio pe-o patrimònio linguistico ligure

Conseggio ligure

Laudi religiose

Presentazione a cura di Alessandro Guasoni

Fra Trecento e Quattrocento si diffonde una produzione laudistica di provenienza centro-italiana, in parte basata direttamente sui testi di Jacopone da Todi; gli insistiti richiami alla concordia e all’espiazione sembrerebbero accordarsi ben con un momento storico così torbido e a una città dilaniata dalle lotte intestine. In questa lauda XVI, l’attenzione del poeta è tutta centrata su di un solo particolare della scena della Passione, il colpo di lancia, e la situazione viene analizzata da tutti i punti di vista. Da osservare che il nome del centurione Longino nella parlata popolare, fino a qualche anno fa, aveva finito per essere identificato con quello del demonio.

Laode XVI – Lamento de Nostra Dona quando lo ferin con la lanza

Quando e’ te vì ferire
a lo cor cum la lanza
ben me pensai morir
o Christe mea speranza.

Quando e’ te vi ferire
cun la lanza alo cor,
et lo to lao vì avrir,
o doce lo mio fijor,

de quelo si gran dolor
morir e’ me pensava,
vegando sì gran piaga
che te fè quela lanza.

La lanza si squarzava
lo to doce costao,
et allo cor te andava,
fijor me delicao.

Quando e’ vi lo to lao
cossì gran feria,
allo cor de Maria
feriva quella lanza.

Allo mio cor feriva
un iao sì ponzente,
et quasi che moriva
alli pei de quella gente.

O fijor me innocente,
per che non te era allao?,
Et allo cor m’avesse dao
la pointa de quella lanza.

Se apé de lo to lao,
fijor, e fosse staita,
la lanza in lo costao
za non sereiva intrata

che mi l’avereiva levata
da lo to core pietoxo,
et allo mio cor penoxo
avereiva misa quella lanza.

E’ voreiva, doce fijor,
che la lanza si forbia
m’avese faito allo cor
quella si gran feria:

o doce anima mia,
chi me dé dar conforto,
quando e’ te vego morto
e ferio de una lanza?

O Longin tu me feristi
allo mio cor si tristo
quando tu avristi
lo lao de Iexu Cristo.

Davanti allo mio fijor
fosse staita per scuo!
Si avereiva recevuo
lo corpo de la lanza.

Or, lanza si ponzente,
chi lo me fijor lanzasti,
per che primeramenti
lo mio cor non pasasti?

Certo tu impiagasti
lo cor de la trista maire
quando e’ te vi intrare
in lo cor de la mia speranza.

O voi, li quai amai
Criste, lo me conforto,
or pianzì e sospirai
cun mi dolenta un poco.

Da poa che l’era morto,
a lo cor si l’àn ferio;
sangue e aigua n’é insio
de si gran pietanza.

Traduzione italiana

Quando ti vidi ferire
al cuore con la lancia
pensai davvero di morire
o Cristo mia speranza.

Quando ti vidi ferire
con la lancia al cuore,
ed il tuo fianco vidi aprire,
o dolce mio figliolo,

di quel sì gran dolore
pensavo di morire,
vedendo sì gran piaga
che quella lancia ti fece.

La lancia così squarciava
il tuo dolce costato,
ed al cuore ti andava,
figlio mio delicato.

Quando vidi nel tuo fianco
così gran ferita,
al cuor di Maria
feriva quella lancia.

Feriva il mio cuore
un chiodo così affilato
che quasi ne morivo
ai piedi di quelle persone.

O figlio mio innocente,
perché non ero al tuo fianco?
Mi avesse colpito al cuore
la punta di quella lancia.

Se davanti al tuo fianco,
figlio, io fossi stata,
la lancia nel costato
non sarebbe entrata.

Perché io l’avrei tolta
dal tuo cuore pietoso,
ed al mio cuore in pena
avrei piantata quella lancia.

Io vorrei, dolce figlio,
che la lancia così appuntita
mi avesse fatto al cuore
quella grande ferita:

o dolce anima mia,
chi mi deve dar conforto,
quando ti vedo morto
e ferito da una lancia?

O Longino tu mi feristi
al mio cuore così triste
quando tu apristi
il fianco di Gesù Cristo.

Davanti al mio figliolo
fossi stata come scudo!
Così avrei ricevuto
il colpo di lancia.

Ora, lancia sì pungente
che colpisti il mio figliolo,
perché per prima cosa
non trapassasti il mio cuore?

Certo tu piagasti
il cuore della triste madre
quando io ti vidi entrare
nel cuore della mia speranza.

O voi, che amate
Cristo, mio conforto,
ora piangete e sospirate
un poco con me dolente.

Dopo che fu morto,
l’hanno così ferito al cuore;
sangue ed acqua ne uscì
con sì grande pietà.