Conseggio pe-o patrimònio linguistico ligure

Conseggio ligure

I pronomi genovesi

Pronomi personali tonici

I pronomi personali sono le parti del discorso che denotano le persone grammaticali. In genovese si possono dividere in pronomi personali tonici, dei quali si parlerà in questa sezione, e pronomi personali clitici.

I pronomi personali tonici genovesi sono:

Persona Numero Maschile Femminilie
sing. mi 
“io”
sing. ti 
“tu”
sing.
“lui”, “lei”, “egli”
plur. niatri  ~ ,
noiatri,
noî  raro
“noi”
niatre,
noiatre,
noî  raro
“noi”
plur. viatri ,
voiatri,
voî  raro
“voi”
viatre,
voiatre,
voî  raro
“voi”
plur. liatri,
loiatri,

“loro”, “essi”
liatre,
loiatre,

“loro”, “esse”

Nella maggior parte dei casi, non c’è obbligo di usare i pronomi personali tonici quando hanno funzione di soggetto: le informazioni sulla persona grammaticale sono già date da altre parti del discorso come, ad esempio, le forme coniugate dei verbi.

Esempi
Con pronome tonicoSenza pronome tonico
mi fasso mostra de no vedde
“io faccio finta di non vedere”
fasso mostra de no vedde
“faccio finta di non vedere”
niatri doman ghe saiemo!
“noi domani ci saremo!”
doman ghe saiemo!
“domani ci saremo!”
liatri m’an aggiuttou ben ben
“loro mi hanno aiutato molto”
m’an aggiuttou ben ben
“mi hanno aiutato molto”

I pronomi personali tonici si usano però per quei casi in cui l’enfasi sul soggetto è importante, o quando il soggetto è dislocato.

Esempi
mi fasso coscì, ti fanni comme ti creddi
“io faccio così, tu fai come credi”
scì ch’a l’é brava, no comme seu fræ!
“lei sì che è brava, non come suo fratello!”
en stæti liatri à fâne quello bello regallo
“sono stati loro a farci quel bel regalo”

Forme di cortesia

I pronomi personali tonichi hanno anche delle forme di cortesia, utilizzate per mostrare rispetto e deferenza nei confronti di un interlocutore.

  • La forma voscià [vuˈʃa] si usa tra persone della stessa condizione sociale, o da persone di condizione sociale più bassa verso persone di condizione più alta: a prescidente a m’à dito ch’a ghe saià… e voscià? “la presidente mi ha detto che ci sarà… e lei?”
  • La forma voî [ˈvwiː], tipica un tempo delle zone rurali, può essere ritenuta al giorno d’oggi distante o addirittura offensiva. Sottolinea il fatto di aver negato il voscià a una persona, e può quind rivelare una convinzione di superiorità nei confronti dell’interlocutore: òu, voî, no poei miga intrâ into tiatro vestio à sta mainea! “ehi, lei, non può mica entrare a teatro vestito in questo modo!”
  • Si può sentire utilizzare anche la forma , rifatta sull’italiano “lei”.

Forme riflessive

A differenza di altre lingue romanze, i pronomi personali di terza persona non cambiano quando sono usati riflessivamente o reciprocamente. Si avrà quindi per il singolare e liatri o le sue varianti per il plurale: a l’à fæto da pe lê “l’ha fatto da sé”, parlavan fra de liatri “parlavano tra sé”.

Pronomi personali clitici

La seconda classe di pronomi personali genovesi è quella dei pronomi clitici (detti anche “atoni”), che si appoggiano su un’altra parola per l’accento tonico. Sono divisi a loro volta in due categorie: i pronomi clitici soggetto e i pronomi clitici oggetto.

Funzione di soggetto

Come si è già visto nella scheda sui verbi, una particolarità del genovese è l’obbligo di usare i pronomi clitici soggetto prima della seconda e della terza persona singolare dei verbi.

Persona Numero Maschile Femminile
sing. ti ,
t’
sing. o ,
o l’
a ,
a l’

Davanti alle forme verbali della seconda persona singolare si usa sempre il pronome ti. Quando il verbo comincia per vocale, si usa la forma t’, per elisione.

EsempioErrore
quande t’arrivi, ciammime 
“quando arrivi, chiamami”
quande arrivi, ciammime
ti canti pròpio ben, ti! 
“canti proprio bene, tu!”
canti pròpio ben, ti!
ti ô veddi ti ascì? 
“lo vedi pure tu?”
ô veddi ti ascì?

Davanti alle forme verbali della terza persona singolare, si usa il pronome a per il femminile e o per il maschile (quest’ultimo anche quando il genere grammaticale non è chiaro o è irrilevante). Quando il verbo comincia per vocale, tra il pronome e il verbo si aggiunge anche la particella eufonica l’.

EsempioErrore
a professoa a ven doman 
“la professoressa viene domani”
a professoa vëgne doman
mæ barba o l’é anæto in Fransa 
“mio zio è andato in Francia”
mæ barba é anæto in Fransa
e teu seu cös’a ne pensa? 
“e tua sorella cosa ne pensa?”
e teu seu cöse ne pensa?
Il pronome i

In alcune parlate della Riviera e dell’Entroterra, il pronome clitico soggettivo i è usato davanti alle forme verbali della terza persona plurale: i mæ amixi i l’en za anæti  “i miei amici sono già andati”.

Nella maggior parte delle parlate che lo usano, il pronome i è invariabile e quindi non cambia con il genere grammaticale.

Funzione di oggetto

Quando il pronome clitico è accusativo (funzione di complemento oggetto) o dativo (funzione di complemento di termine), e anche per i verbi pronominali, le forme sono le seguenti.

Persona Numero Caso Maschile Femminile
sing. acc./dat. me
“mi”
sing. acc./dat. te 
“ti”
sing. acc. ô,
l’
“lo”
â ,
l’
“la”
sing. dat. ghe
“gli”, “le”
plur. acc./dat. ne
“ci”
plur. acc./dat. ve 
“vi”
plur. acc. î 
“li”
ê 
“le”
plur. dat. ghe
“gli”, “(a) loro”

Le forme accusative della terza persona singolare e plurale si declinano in base al genere. Inoltre, per le forme singolari, si usa la forma l’ quando il pronome viene prima di un verbo che comincia per vocale: ghe ô pòrto mi “glielo porto io”, ghe l’accatto mi “glielo compro io”.

Forme riflessive

I pronomi personali clitici in funzione riflessiva e reciproca sono:

Persona Numero Maschile Femminile
sing. me
“mi”
sing. te 
“ti”
sing. se 
“si”
plur. se 
“ci”
plur. ve 
“vi”
plur. se 
“si”

Forme enclitiche

Nella maggior parte dei casi, i pronomi personali clitici in funzione di oggetto sono posti prima del verbo, come quelli in funzione di soggetto. Quando però il verbo è all’imperativo, al gerundio o all’infinito, i pronomi personali clitici in funzione di oggetto lo seguono, in forma enclitica. Si possono anche formare delle combinazioni di più d’un pronome.

Le forme sono uguali a quelle già viste in precedenza, eccetto per i pronomi accusativi, che prendono le forme -o, -a, -i, -e, o le varianti più frequenti -lo, -la, -li, -le.

Num. di pronomi Esempio
1 cantilo torna, pe piaxei!
“cantalo di nuovo, per favore!”
veuggio portâne doe
“voglio portarne due”
ti veu accattâte tutta a libbraia?
“vuoi comprarti tutta la libreria?”
2 cantimelo torna, pe piaxei!
“cantamelo di nuovo, per favore!”
veuggio portâmene doe
“voglio portarmene due”
ti veu accattâtela tutta?
“vuoi comprartela tutta?”

Pronomi e aggettivi possessivi

I pronomi e gli aggettivi possessivi indicano la persona che possiede l’entità a cui fanno riferimento. I pronomi possessivi hanno la stessa forma degli aggettivi, ma sono preceduti dall’articolo determinativo.

Persona Numero Pronome/Aggettivo
sing.
“mio”, “mia”, “miei”, “mie”
sing. teu,

“tuo”, “tua”, “tuoi”, “tue”
sing. seu,

“suo”, “sua”, “suoi”, “sue”
plur. nòstro m. s.
“nostro”,
nòstra f. s.
“nostra”,
nòstri m. p.
“nostri”,
nòstre f. p.
“nostre”
plur. vòstro m. s.
“vostro”,
vòstra f. s.
“vostra”,
vòstri m. p.
“vostri”,
vòstre f. p.
“vostre”
plur. seu,

“loro”

Per le forme della prima e della seconda persona plurale, i pronomi e gli aggettivi possessivi si declinano secondo il genere e il numero del possessore: e vòstre ciave “le vostre chiavi”, sto vin o l’é o nòstro “questo vino è il nostro”.

Pronomi e aggettivi dimostrativi

Gli aggettivi dimostrativi fanno riferimento a un’enttià e specificano la sua posizione nello spazio, nel tempo, o dentro al discorso. I dimostrativi di prossimità si usano per le entità vicine al locutore, quelli di distanza per le entità lontane dal locutore.

Forma Posizione Aggettivo
masc. sing. prossimità sto,
questo  raro
“questo”
distanza quello 
“quello”
fem. sing. prossimità sta ,
questa raro
“questa”
distanza quella 
“quella”
masc. pl. prossimità sti,
questi raro
“questi”
distanza quelli
“quelli”
fem. pl. prossimità ste,
queste raro
“queste”
distanza quelle
“quelle”

Le forme dell’aggettivo di prossimità questo, questa, ecc. sono usate più raramente in genovese rispetto a sto, sta, ecc.

Per enfatizzare la posizione dell’entità, agli aggettivi dimostrativi di prossimità è possibile aggiungere l’avverbio chì  “qui” (mettilo inte sta cantia chì “mettilo in questo cassetto qui”); a quelli di distanza, è possibile aggiungere gli avverbi   “lì” ò   “là” (pòrzime quello libbro là “porgimi quel libro là”).

I pronomi dimostrativi, analogamente, prendono il posto di un nome e lo rappresentano in base alla sua posizione. Le forme sono uguali a quelle degli aggettivi, eccetto per le forme sto, sta, ecc. che in funzione pronominale sono sempre accompagnate dall’avverbio chì: o mæ o l’é sto chì “il mio è questo”.

Forma Posizione Pronome
masc. sing. prossimità sto chì,
questo  raro
“questo”
distanza quello 
“quello”
fem. sing. prossimità sta chì,
questa raro
“questa”
distanza quella 
“quella”
masc. pl. prossimità sti chì,
questi raro
“questi”
distanza quelli
“quelli”
fem. pl. prossimità ste chì,
queste raro
“queste”
distanza quelle
“quelle”

Bibliografia

F. Toso, Grammatica del genovese: varietà urbana e di koinè, Le Mani, 1997.

A. Guasoni, F. Toso, Il Genovese in tasca. Guida di conversazione, Assimil, 2010.

A. Acquarone, Parlo Ciæo. La lingua della Liguria. Grammatica, letteratura, storia, tradizioni, De Ferrari, 2015.