Council for Ligurian Linguistic Heritage

Ligurian Council

Paolo Agostino Orengo (17th cent.)

Presented by Alessandro Guasoni

The earliest known writer in intemelio Ligurian is one Gerolamo Lanteri, who, around 1600, wrote a collection of sonnets and epigrams in Ventimigliese, unfortunately lost, as is the Musa Ventimigliese by Paolo Agostino Orengo, c. 1650. Of Orengo, however, we are left with three sonnets, recorded by Father Angelico Aprosio in La Grillaia, where he discusses the languages of Italy (but the Ventimigliese sonnets were suppressed from the printed edition). Orengo had sent the sonnets from Rome to Lucerne to his fellow citizen Domenico Antonio Cotta Sismondi, Apostolic Nuncio to the Catholic Cantons in Switzerland. Because of the references to local people and events of the time, the sonnets are difficult to understand, but they were also incomprehensible to Aprosio, who compares them to Burchiello’s poems. However, Orengo’s texts have testimonial value; note that the spelling is the same as the Genoese of those times, with the “o” pronounced “u” and all the other well-known peculiarities, but with the addition of “y” to indicate the semivocalic “i”.

Non so perché ve tegni tanto bon
perché scrissero sei, pesso de Soyra;
che mi, che son spagnolo, non ho poyra
chiù che ro gato e un can d’un maccaron.

Magnifico, no ve perdoneron,
se ghe vegnisse ben Batè Mormoyra,
o Batè Soya, ch’è coxì pelloyra,
o Perdinzari, ch’è coxì poutron.

Ben ve ringratio assai dre vostre noeve,
xiben, ch’a fo una certa mercantia,
che m’era ben chiù cara un pescio d’oeve.

Scrivei de chelle lì de Sgrisseria,
per contare a ri amixi cando chioeve,
che coxì fuxerei ra poutronia.

Italian translation

Non so perché vi date tante arie
perché siete svizzero, brutto sporcaccione,
ché io, che sono spagnolo, non ho paura
più di quanto il gatto o il cane temano un maccherone.

Magnifico, non vi perdonerò
anche se venisse Battista Mormora
o Battista Sozzo, che è così farabutto,
o Perdinci, che è così fannullone.

Vi ringrazio molto delle vostre notizie
benché fossero una certa mercanzia
che avrei preferito una frittata.

Scrivetemi di quanto accade in Svizzera,
da raccontare agli amici quando piove
ché così eviterete la poltroneria.

Gardé se l’é da rrì, corpo dra doglia,
de l’arroganza de chesti marrai,
che se Franza gh’assussa ri soei cai
y no seran seguri manco in Poglia.

Y ghe stan pe ro fì senza l’agoglia,
e y bravan e y son tanto acoventai,
come se y no dovessan inscì mai
d’Italia, e no menà presto ra groglia.

Vegne ro mà dra biscia a chi ghe cré,
s’o fosse ben chello pesso de soyra
chi sta in Luxerna, e ro digo da vé.

L’on faito solo per meteve poyra:
perdoneme ve prego in bona fè,
per Fifò, per Tozaina e per Mormoyra.

Italian translation

Guardate se è da ridere, corpo di un boccale,
dell’arroganza di questi marrani,
che se la Francia gli aizza i suoi cani
non saranno sicuri nemmeno in Puglia.

Ci stanno per un filo, senza l’ago,
e si vantano, e sono talmente privilegiati,
come se non dovessero uscire mai
d’Italia, e non portare via presto la pellaccia.

Venga il male della biscia a chi ci crede,
anche se fosse quel pezzo di sudicione
che vive a Lucerna, e lo dico davvero.

L’ho fatto solo per farvi paura:
perdonatemi, vi prego in buona fede,
per Fifò, per Tosana, e per Mormora.